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Permeke, Constant.

Pittore belga. Dopo aver compiuto gli studi alle accademie di Bruges (1903) e di Gand (1904), strinse amicizia con i fratelli de Smet; con uno di loro, Gustave, aprì uno studio a Ostenda, trasferendolo in seguito nel villaggio di Laethem-Saint-Martin. Qui si riunirono anche Albert Servaes, Frits Van den Berghe, León de Smet, dando origine al primo gruppo di espressionisti fiamminghi, del quale P. divenne il principale rappresentante e la figura più eminente. Ferito durante la prima guerra mondiale, venne trasferito in Gran Bretagna: qui dipinse imponenti figure di contadini e popolani (Lo straniero, 1916). Ritornato in patria, visse fra il 1919 e il 1925 a Ostenda, nel caratteristico quartiere del porto. A questo periodo risalgono numerose delle tele dedicate alla vita dei pescatori, caratterizzate da un disegno energico e squadrato e da scelte cromatiche tendenti ai toni scuri o alla monocromia (Moglie di pescatore, 1920; I fidanzati, 1923; I due fratelli marinai, 1923; Testa di contadino, 1925; Uomo con cesto, 1925). Nel 1926 si trasferì definitivamente a Jabbeke, vicino a Bruges, dedicandosi alla ricerca di un linguaggio figurativo che fosse in grado di rendere con masse dei colori base gli elementi costitutivi del paesaggio: mare, cielo e terra (Inverno a Jabbeke, 1930; Paesaggio, 1931). A partire dal 1935 si dedicò anche alla scultura, realizzando monumentali figure frontali (Niobe, 1940-45). Considerato una delle figure più rappresentative della pittura belga fra le due guerre (soprattutto dopo la grande retrospettiva a lui dedicata ad Anversa nel 1951), P. seppe sfruttare intensamente le possibilità espressive della materia, senza tuttavia procedere a distorsioni o deformazioni formali, e in questo senso distaccandosi dal contemporaneo Espressionismo tedesco; le sue forme, pesanti e massicce, e i colori intensi e scuri, rappresentano la realtà nelle sue linee essenziali, secondo un criterio di massima semplificazione formale (Anversa 1886 - Jabbeke 1952).